Piani spostamenti casa-suola, casa-lavoro: il Comune spinge sui pedali della sostenibiltà

Alla fine dello scorso anno è stato pubblicato il cosiddetto “Collegato Ambientale” della Legge di stabilità del 2014, tradotto in legge dal provvedimento n. 221 del 28 dicembre 2015 e contenente “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”.
La norma prevede risorse finanziarie per un importo di 35 ml di € per l’attuazione di un programma nazionale sperimentale di mobilità sostenibile casa-scuola, casa-lavoro, nonché l’attivazione dei Mobility Manager scolastici.
Da poco tempo è stata diffusa una prima bozza del relativo decreto attuativo, approvato dalla Conferenza Unificata e ora al vaglio della Presidenza del Senato per il relativo parere. Entro i 90 giorni successivi alla sua pubblicazione, prevista per settembre, sarà possibile presentare progetti a valere sugli importi previsti.
L’ambito territoriale di riferimento ammesso a finanziamento è di 100.000 abitanti, per Ente locale unico o aggregato, e i temi considerati di interesse progettuale saranno: pedibus; car-pooling; car-sharing; bike-pooling; bike-sharing; percorsi protetti per gli spostamenti, anche collettivi e guidati tra casa e scuola, a piedi o in bicicletta; laboratori e uscite didattiche con mezzi sostenibili; programmi di educazione e sicurezza stradale; programmi di riduzione del traffico, dell’inquinamento e della sosta degli autoveicoli in prossimità degli istituti scolastici e delle sedi di lavoro; cessione a titolo gratuito di “buoni mobilità” ai lavoratori che usano mezzi di trasporto sostenibili.
I progetti saranno cofinanziati dal Ministero con una percentuale compresa tra il 60 e l’80% del totale dei costi ammissibili, per un importo minimo di duecentomila euro e massimo di un milione di euro.
I criteri di aggiudicazione
Diversi e articolati sono i criteri e i parametri di valutazione dei progetti in base ai quali verranno attribuiti i punteggi. In particolare si segnala il criterio n. 6 che recita: “Mobility management: ufficio/struttura del mobility manager d’area e numero dei mobility manager aziendali istituiti in data precedente la presentazione del progetto”.
L’Amministrazione sta già lavorando alacremente al fine di predisporre quanto necessario per la formulazione di proposte a valere sul decreto non appena sarà pubblicato il bando. Uno dei primi passi sarà la individuazione del Mobility Manager d’Area, cioè comunale, in quanto strategicamente significativo per la valutazione dei progetti, nonché la conseguente opportunità di poter sollecitare la nomina dei Mobility Manager aziendali, relativi ad esempio agli ambiti di riferimento quali: Regione, Provincia, TUA, ASL, Università, Agenzia Entrate, Catasto, Genio Civile, Tribunale, per quelli pubblici, Telecom, FATER, RAI, Trenitalia o RFI, per alcuni di quelli privati.
Il compito del Mobility Manager d’area, oltre ad intervenire presso il proprio bacino comunale di riferimento, sarà di sollecitare e invitare gli organismi richiamati a nominare il proprio Mobility Manager aziendale, con cui successivamente e congiuntamente predisporre i Piani di Spostamento Casa Lavoro (PSCL). Non ultimo va ricordato che, anche in esito alla sollecitazione del Collegato Ambientale, è ormai prevista la figura del Mobility Manager scolastico, e che anche questa farà riferimento al Mobility Manager d’area.
Uno dei principali strumenti di lavoro del Mobility Manager, come già detto, sarà il Piano Spostamento Casa Lavoro (PSCL), che deve essere necessariamente e preliminarmente redatto al fine di stabilire politiche gestionali della mobilità “sistematica” e che quanto prima l’Amministrazione mettere in cantiere.